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CIRCO ROLANDO ORFEI (I): "Oggi il nostro certificato sarebbe stato valido"

Foto: TiPress
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«Hanno fatto credere ai ticinesi che il nostro circo fosse pericoloso, invece ora tutto è lecito». È passato più di un anno da quel 9 maggio, quando gli agenti della polizia cantonale erano intervenuti per bloccare lo spettacolo serale del Circo Orfei. Era un giovedì sera, fuori già c’era la fila. Alle esibizioni del giorno precedente avevano partecipato 700 persone. 

Qual era il problema con il circo italiano della figlia di Moira Orfei, gestito dalla famiglia Coda Prin? Non aveva ricevuto la necessaria autorizzazione per l'esercizio dell'attività di baracconista o di impresario circense in Ticino. Il promotore Davide Trentini aveva spiegato di essere in possesso dei certificati di collaudo italiani e di avere sottoposto il libro tecnico ai cinque comuni che avevano rilasciato l’autorizzazione a occupare il suolo pubblico. Si era allora parlato di “calvario burocratico” con un rimpallo di responsabilità tra Cantone e circo. «Hanno mandato la domanda di autorizzazione solo una settimana prima, anziché venti giorni, e li abbiamo indirizzati al Servizio di accreditamento svizzero (SAS)» aveva detto l’autorità cantonale. «Ci hanno mandato da una ditta di Wallisellen per ricevere il collaudo della struttura riconosciuto in Svizzera, ma abbiamo scoperto che era chiusa da due anni e che dovevamo rivolgerci alla Germania, con tre mesi di attesa» aveva dal canto suo ribadito il Circo Orfei.

In effetti, nella lista (redatta dalla SECO) con gli organismi d'ispezione accreditati a rilasciare l'attestato di sicurezza alle associazioni circensi, figuravano tre aziende, tutte tedesche. Da lunedì 11 maggio, però, la situazione è cambiata causa coronavirus. Il Consiglio federale ha deciso di modificare temporaneamente (per 12 mesi) l'ordinanza sul commercio ambulante (OCAmb), prolungando di sei mesi la validità degli attestati di sicurezza di circi e baracconisti. Inoltre, gli organismi d'ispezione esteri saranno automaticamente riconosciuti. Ciò significa che i servizi tedeschi (DAkkS), francesi (Cofrac), austriaci (AA) o italiani (Accredia) potranno controllare gli impianti di baracconisti e i tendoni da circo nonché rilasciare loro i relativi attestati in tempo utile.

Una decisione che ha colto di sorpresa il Circo Orfei. «Dodici mesi fa il nostro certificato è stato prima accettato e poi rifiutato. Ora, magicamente, andrebbe bene» commenta oggi Davide Trentini. L’uomo, guardandosi indietro, è infastidito. Soprattutto dal danno d’immagine subito in Ticino, dove i comuni avevano dimostrato entusiasmo e la popolazione aveva acquistato molti biglietti. «Ci hanno fatto passare per imbecilli, hanno fatto credere alla gente che abbiamo messo in pericolo il pubblico e chi lavora nel circo. Hanno detto che non abbiamo rispettato le regole. Ora invece il nostro certificato sarebbe valido». Questa decisione rappresenta per il gruppo circense italiano «un’occasione di riscatto verso chi aveva creduto in noi e chi ci ha attaccato ingiustamente». Trentini conclude: «Avremmo potuto lavorare in Ticino già un anno fa. Ma hanno preferito fermare una macchina incredibile».

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