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14° BUDAPEST CIRCUS FESTIVAL (HU): Lo show A

Nel gennaio 2020, poco prima che il mondo fosse stravolto dalla pandemia, andava in scena la 13a edizione. Ora, dopo due anni, Budapest ritorna per sei giorni la capitale mondiale del circo. Va sottolineato come, soprattutto nelle ultime edizioni, il Festival di Budapest non è solo un'occasione per assistere a numeri in concorso, ma anche una possibilità a 360° per parlare di circo.

Un ringraziamento particolare alla Direzione del Festival per l'accoglienza e
all'amico Massimo per immagini e testi.
La manifestazione 2022 si è aperta martedì 11 gennaio con una conferenza sui circhi stabili in Europa alla quale hanno partecipato non solo direttori circensi, ma anche storici del circo. La conferenza è stata arricchita da un'interessante mostra che ha evidenziato l’evoluzione del Circo stabile di Budapest: forse non tutti sanno che il primo Circo stabile a Budapest è stato fondato da un italiano, Giuseppe Baroccaldi, che sin dalla giovane età lavorava con la Troupe Blondin al filo alto e si esibiva all’aperto. Tra le imprese si ricorda anche l'attraversamento delle cascate del Niagara. Durante le esibizioni in Romania cadde da 20 m di altezza, con serie conseguenze alle gambe, che non gli permisero più di ritornare ad esibirsi a grande altezza. Allo stesso tempo ottenne un risarcimento che decise di investire creando uno show permanente in un parco divertimenti a Budapest: dal 1870 divenne una sorta di circo stabile in legno con una capienza di 2'500 posti
Mercoledì è andata in scena l’inaugurazione ufficiale del Festival con l’accoglienza di tutti gli artisti da parte del presidente. Davanti al Circo stabile è presente una sorta di igloo con all’interno una passerella ed un vero e proprio "red carpet". Dalle 17.00 alle 18.30 su grandi limousine sono arrivati tutti gli artisti e i giurati, accolti oltre che dalle ovazioni del pubblico (molti appassionati e circensi ungheresi), soprattutto da Perer Fekete, nella doppia veste di presidente del Festival (e del Circo Stabile) oltre che di Ministro della Cultura nel Governo Orban. Avere un ministro che crede in modo così forte nello spettacolo e nell'arte circense è senz’altro una cosa rara da trovare e un indiscutibile vantaggio.
A Fekete il compito di aprire ufficialmente lo show A, con un rapido discorso di benvenuto in cui ha sottolineato come negli anni Budapest ed il Festival siano diventati una sorta di benchmark.

Negli ultimi decenni l’arte circense ha subito enormi cambiamenti: nuove forme di circo sono emerse, mentre il circo tradizionale ha dovuto subire sfide sempre più dure, soprattutto nell’ambito degli animali. I registi e creativi hanno scoperto ed esplorato nuove tecniche, nuovi suoni e luci con una contaminazione sempre maggiore con il teatro e la danza. Budapest, negli ultimi dodici anni, ha cercato di emergere come innovatore e leader, invitando diversi registi teatrali e coreografi a sperimentare insieme agli artisti del circo. Allo stesso tempo sono state create esperienze pedagogiche, nonché un museo e - visti i risultati - questa sembra essere la strada giusta per garantire lunga e prosperosa vita al circo.
È proprio sulla contaminazione tra le varie arti e la tecnologia che si è aperto lo show A. Un quadro molto variegato e molto colorato con l’utilizzo degli ologrammi, di un corpo di ballo e di una cantante, che dall’alto della cupola accoglieva i concorrenti in gara.
Ai 9 componenti della "Troupe Ethiopia" spetta il compito di aprire la competizione. Il numero di acrobatica a terra è ritmato e di qualità, tanto da scatenare sin da subito le ovazioni del pubblico

Nell’ambito della loro routine eseguono alcuni trucchi rari da vedere, come un salto mortale con partenza e arrivo in terza colonna, il doppio salto mortale in doppia colonna, un doppio salto mortale in arrivo in terza colonna e, non da ultimo, una caratteristica tipica della scuola di Addis Abeba: una sorta di commistione fra i volanti bassi e l’acrobatica.
Anche nel caso della russa Alexandra Levitskaya-Spiridonova si può parlare di contaminazione, non solo per la messinscena, bensì perché il numero unisce le caratteristiche di un numero di cinghie con quelle dell’hula-hoop. Questa performance, creata per il festival Russo Idol nel 2015, ha già ottenuto riconoscimenti importanti in diverse competizioni. Rimane certamente impresso il finale dove l’artista sale in cupola tenendo in movimento oltre 30 cerchi
È russa anche la coppia del Duo Devlikamovs che si esibisce al palo cinese in una performance chiamata "Memories". Una messa in segna teatrale, giocando su un grande telo utilizzato sia come abito, che anche per proiettare ombre cinesi. Bel numero!
Anche i 3 pertichisti moldavi Sergei, Anastasia e Valery hanno raccolto molti applausi. Due i trucchi che li contraddistinguono: uno con l’agile in verticale sulla cima della pertica, mentre il porteur si abbassa, gira e si rialza; l’altro con la partner in cima a una pertica di sette metri che sostiene l’agile in una sorta di sostenuto aereo.
Fanno parte della troupe del Rosgocirk, Ekaterina Zapashnaya e Konstantin Rastegaev. La loro performance alle cinghie ha diverse prese difficili e pericolose, ma gode anche di una bella messa in scena in cui il letto, posto al centro della pista, non è solo scenografico ma serve anche come materasso di protezione. Hanno già vinto l’oro a Girona nel 2020, ma a giudicare dagli applausi sono ottimi candidati anche al Palmarès del 14° Festival di Budapest.
Al Duo messicano "Kyrioz" potrebbe essere assegnato il premio per la performance più originale. Eseguono un numero di forza in cui l’agile è spesso sulla testa del porteur, ma la difficoltà è accentuata dal fatto che quest’ultimo è in equilibrio su una sfera. In un crescendo di difficoltà il numero termina con una sorta di doppia colonna dove entrambi si trovano in equilibrio sulla sfera. Applausi a scena aperta più che meritati.
Connor e Antonio Garcia sono figli d'arte e, grazie anche alla bravura dei loro genitori, hanno iniziato a lavorare nelle piste di circo già da diversi anni. Il loro numero di verticali, quasi una sorta di gara fra i due fratelli, è cresciuto sempre di più e dimostra ora una bella maturità artistica. Originale la verticale sull’hoverboard, così come l'esibizione a tempo di musica saltando in verticale a un solo braccio sui vari mattoncini.
Michael Zorzan è l’unico italiano in gara: la sua esibizione con il diabolo aveva già impressionato positivamente al Festival di Latina 2020, ma l’esperienza in spettacoli "importanti" in seguito a quella kermesse gli ha fatto acquisire una maggiore padronanza della scena. Una bellissima esibizione in cui arriva a lanciare in aria fino a 5 oggetti, con una bel ritmo e molta energia.
Il palmarès di Dimitr e Nancy Stauberti e già molto ricco. Hanno conquistato l’argento al Festival del Circo di Varsavia e nel 2018 al Festival di Montecarlo, il bronzo al Festival di Latina e, dopo gli applausi e la standing ovation ottenuta mercoledì sera, si apprestano ad incrementare il loro medagliere. Il loro numero ha una qualità davvero di riguardo basata tutta su doppi o tripli equilibri, come ad esempio la pertica sulla testa in equilibrio sulla scala libera. Senza dubbio il trucco finale sul monociclo, con pertica in equilibrio e gionglando 5 clave, è difficile da superare.
I due fratelli armeni Andranik e Gevorg Vardanyan si sono già esibiti in alcune competizioni prestigiose e sono stati scritturati in quasi tutti i "Got Talent" del mondo per il trucco finale della loro esibizione, dove mantengono un equilibrio sulle punte di due pugnali. Qui a Budapest hanno arricchito la loro esibizione con una piattaforma che sale e scende, valorizzando i momenti clou dell'esibizione. Anche a loro il pubblico ha attribuito una meritata standing ovation.
Pavel Valla Bertini appartiene alla quinta generazione di una famosa famiglia di artisti ciechi specializzati nei motocicli e biciclette. Ha trovato la propria identità in un numero caratterizzato da monocicli di altezze sempre maggiori, in una performance sottolineata da una musica rock che dà ritmo ed entusiasmo. Oltre alle salite e discese sulla scala, si fa ricordare anche per una serie di salti - incluso un salto mortale - su un tappeto elastico: facile immaginare l’ovazione quando esegue lo stesso su un monociclo di oltre due metri. Quando nel finale esegue un giro completo della pista sul monociclo di oltre 9 metri, il pubblico è in visibilio.
I 10 componenti della Troupe Kevin Richter hanno chiuso il primo spettacolo di selezione elettrizzando il pubblico in sala con un'esibizione a ritmo di rock-and-roll, ben sottolineata dalla cantante. Al salto alle bascule (fra cui un arrivo in quinta colonna sulle spalle e in quarta colonna sulla testa) alternano dei salti spettacolari (incluso un quadruplo) con arrivo sul materasso. Avevano meritatamente ottenuto il massimo riconoscimento a Girona nel giugno 2021 e certamente otterranno un premio importante anche qui. Una conferma del talento della famiglia Richter.
Come avuto modo di sottolineare Peter Fekete nel suo messaggio di apertura, gli animali costituiscono una componente importante nel mondo del circo e il Festival, pur dovendo rinunciare a numeri più impegnativi come cavalli o gabbia, ha voluto comunque avere un numero di animali: in gara ci sono i cani di Mihail Nyikolajevics Ermakov. La scuola dei cani di Ermakov è stato un numero in tournée per diverse stagioni con il Circo Moira Orfei, che ha sempre scatenato l’entusiasmo del pubblico. A Budapest si è presentata la nuova generazione ma la performance non si discosta da quello che il padre e il nonno hanno presentato un po' ovunque del mondo.

Il numero è davvero originale, impostato molto bene sia nel ritmo che nella qualità. Così come il nonno ed il padre ottenevano grandi riconoscimenti dal pubblico, anche Mihail a Budapest ha centrato l’obiettivo. Molti applausi a scena aperta durante la "lezione".
Il Festival di Budapest, anche grazie alle buone relazioni politiche, ha negli ultimi anni cercato di lanciare anche messaggi sociali. Quest’anno il primo tempo di tutti gli spettacoli è chiuso da un quadro molto variegato, che vuole sottolineare l’importanza della relazione fra uomo-animale basata sulla "responsabilità". In Ungheria ci sono circa 3 milioni di cani che vivono con le famiglie (per non parlare di altri animali di piccola taglia come gatti, uccelli, ecc.), una percentuale altissima considerando la popolazione.

Partendo dall’affermazione tratta dal libro del piccolo principe "Tu sei responsabile per sempre degli animali che tu hai addestrato", il Festival coglie l’occasione di mostrare come gli artisti del circo si prendono cura dei propri animali, considerati un esempio per tutta la popolazione. Un quadro che coinvolge il circo ma anche, ad esempio, l’impiego di animali (cani e cavalli) con la Polizia. Un messaggio forte e bello che prosegue nella linea dell’arte circense quale strumento pedagogico.
La parte comica dello show A è affidata all’americano Misha Usov, formatosi alla scuola moscovita per poi dare vita, con altri artisti, al gruppo Miles. Dal 2009 e per un decennio ha fatto parte della compagnia del Cirque du Soleil nello spettacolo "Totem", dove impersonava il personaggio "filo conduttore". A Budapest effettua due entrate: la prima facendo rimbalzare un uovo su vari tegamini e creando una colonna sonora. La seconda quale giocoliere comico, con l’ausilio di una sedia animata.
Quando dopo oltre 3 ore è iniziata la parata finale una standing ovation con applausi a scena aperta è partita naturale: lo spettacolo la merita davvero.
Come sempre una coppia di presentatori, che alternano inglese e ungherese, ha introdotto le varie esibizioni, mentre un corpo di ballo di dieci elementi, con semplici e rapide coreografie, ha coperto i buchi per la preparazione dei vari numeri.

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